Amari: intervista a Dario Moraldo
Il Messaggero 14.06.2008
Incontri ravvicinati di qualsiasi tipo. «Una volta ad una festa abbiamo incontrato Caparezza, ci ha detto che durante il tour in furgone ascolta sempre i nostri dischi, ma forse ci ha scambiato per un’altra band». Basta poco per capire con che tipi si ha a che fare quando ci si imbatte negli Amari.
Look decisamente cool, sorrisi spensierati e uno stile musicale “futuribile”: una delle band più originali della scena indie nazionale tornerà stasera in Umbria, per un live sulle sponde del lago Trasimeno a cui sarebbe un peccato mancare. «Ci è capitato di definire la nostra musica “coraggiosa” – racconta Dario, in arte Dariella, voce del gruppo – perché spesso ci poniamo come obbiettivo di fondere assieme generi ed influenze molto distanti fra loro. Il risultato esalta alcuni e fa arrabbiare altri, quindi forse più che coraggiosi potremmo definirci degli sprovveduti, ma devo dire che ci divertiamo moltissimo a farlo».
Il loro sound rimanda a quell’elettro-rock, a volte minimale altre l’esatto contrario, capace di far muovere la gamba anche agli ascoltatori solitamente riluttanti ai disco-club; pensare che l’idea iniziale era quella di dare una nuova interpretazione dell’hip-hop, portando in Italia un po’ della voglia di sperimentazione che ha reso celebri parecchie band d’oltreoceano: «Non c’è un artista in particolare che ci ha influenzato più degli altri – spiegano gli Amari quando si cerca di capire cosa li accomuna davvero – i principali sono certamente Battisti, Daft Punk e Beastie Boys. Ah, anche Mariottide… Diciamo che abbiamo parecchie cose in comune, un po’ come i 3 moschettieri. Solo che siamo in 5».
La storia degli Amari è particolare. Partiti oltre dieci anni fa dalla provincia di Udine con buoni riscontri nella scena hip-hop di allora, nel 2000 centrarono la vittoria delle selezioni regionali per Arezzo Wave, esibendosi tra le band emergenti al festival e trovando contatti con alcuni nomi importanti della musica indie italiana. Da allora 5 album, di cui l’ ultimo, Scimmie d’Amore, è uscito lo scorso ottobre: «Nascere in provincia ti permette di coltivare meglio una tua personalità distinta – spiega Dariella – senza far parte di nessun tipo di “scena musicale”; per contro essere decentrati rende tutto più difficile a livello di comunicazione, contatti, tour. Potendo scegliere avremmo preferito nascere dopo la barriera di Mestre, sarebbe stato già un risultato. Però vuoi mettere qui in Friuli che paesaggi?!».
L’esuberanza dei cinque moschettieri si trasforma in energia pura sul palco, come fossero surfisti in equilibrio sopra suoni incredibilmente intrecciati, armonie da tenere incollate secondo i canoni di genio e sregolatezza, ritmiche divertite e trascinanti: «Nel tourbook, riguardo la data di stasera, ci hanno scritto “portatevi l’accappatoio ed il costume”. Io credo possa bastare come premessa, no? A parte ciò – ammettono gli Amari – in Umbria siamo di casa. Tutti i nostri dischi sono stati registrati in un mitico studio a Città di Castello, perché come recita un cartello “la qualità ha un cuore umbro” e noi ci crediamo». Se ancora non vi siete convinti a fare un salto alla Darsena stasera (inizio del concerto previsto per le 23), ecco un messaggio diretto a voi: «Ricordate che “le migliori decisioni si prendono da sbronzi”». Parola degli Amari.