Intervista a Bobo Rondelli
Il Messaggero 19.02.2011
«Il fatto è che oggi non è richiesto il coraggio, mentre un tempo potevano metterti al muro per una parola di troppo. Io il mio non lo chiamerei “coraggio” ma piuttosto passione, o semplicemente voglia di appassionarsi». Con queste parole descrive la propria visione dell’arte Bobo Rondelli, musicista cult livornese e vincitore del Premio Ciampi, che venerdì prossimo sarà all’Auditorium Vannucci per una serata inserita nella programmazione de Gli Incantevoli.
La “rassegna all’incanto di giovani canzoni”, giunta alla seconda edizione, è promossa dalla Musical Box di Sergio Piazzoli e vuole rappresentare una vetrina per le realtà emergenti del panorama italiano. Il prossimo appuntamento vedrà dunque Bobo Rondelli come protagonista, insieme ai brani di “Per Amor Del Cielo”, il suo ultimo lavoro discografico. «E’ un disco particolare – ammette il cantautore – nato forse perché ho raggiunto una certa età. Diciamo che crescendo sono tante le botte che prendi in amore, ma questa è una fortuna. Soffrire d’amore in fondo è un lusso, perché è una scelta anche tua: i nostri genitori stavano insieme tutta la vita, quasi come se non ci fossero alternative, invece oggi è cambiata la durata dell’amore. Poi una volta c’era solo Via col vento, oggi abbiamo tanti di quei film… che abbiamo cominciato a fare zapping anche in amore».
E’ un album che raccoglie canzoni d’amore ed è stato accolto con entusiasmo da pubblico e critica, che ormai conosce dai primi anni ’90 la voce di Rondelli nonostante il suo nome sia quasi mai passato dai canali main stream: «Io sono un padre di famiglia – spiega sorridendo Bobo, all’anagrafe Roberto – e se arrivo alla fine del mese senza problemi sono sereno. Che te ne fai di entrare a Sanremo? Preferisco continuare a suonare ovunque, anche nelle bettole dove tutto è molto più blues e certamente più gratificante. Morirò “pischello”… Poi le belle canzoni come i romanzi parlano spesso di storie disagiate e queste è facile trovarle nelle bettole, dove incontro le persone vere».
Sarà uno spettacolo denso d’ironia quello che Rondelli proporrà a Perugia, città dove «non passo spesso»: non certo un semplice concerto ma uno spettacolo dissacrante, misto di canzoni, cabaret e teatro. Un cantautore tutto genio e sregolatezza, che al talento aggiunge quell’innata dose di humour toscano che regala buonumore: «Cerco di divertirmi e non annoiarmi, scelgo a braccio sia le battute che la scaletta di canzoni. Per questo motivo l’apporto del pubblico è molto importante e visto che il dialetto umbro e quello toscano sono affini, credo che verrà fuori una bella alchimia. Quando tempo fa mi esibii in Umbria con Frankie Hi Nrg apprezzai molto il particolare calore del pubblico». L’artista, che vanta collaborazioni importanti con Stefano Bollani e Nada, avrà come apripista per la serata il giovane “cantassurdatore” perugino Matteo Schifanoia. La sua musica, radicata nel sottobosco popolare da balera in giacca bianca, si colloca nella zona di confine tra quel teatro musicale alla Tom Waits ed il cantautorato genuino alla Paolo Conte. La serata avrà inizio alle 20,45.