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Caparezza

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Intervista a Caparezza (Michele Salvemini)

Il Messaggero 01.03.2012

Atterra domani sera al PalaEvangelisti di Perugia l’Eretico Tour di Caparezza, uno show che sembra giungere da un altro pianeta condotto magistralmente da uno dei più geniali artisti italiani degli ultimi decenni. Una data a distanza di un anno dall’uscita dell’ultimo album, Il Sogno Eretico, vera e propria eccezione nel mercato discografico degli ultimi tempi, già disco di platino. Ma il viaggio del pugliese Caparezza, alias Michele Salvemini, sembra essere ben lontano dal punto d’arrivo ed è lui stesso a raccontarlo.
Sembra che la ben nota crisi della musica italiana non la riguardi, perchè secondo lei?
«La crisi c’è ma riguarda soprattutto le vendite dei cd, quindi ha toccato in primis le case discografiche che su questo vivono. Per fortuna la musica non dipende da quello, ma dalla creatività e anche dalla congiunzione astrale che permette ad un disco di funzionare».
Il suo ha funzionato bene
«Non mi posso certo lamentare. Anche questo è stato per me un anno fortunato, ma non va dimenticato che alle spalle ci sono 10 anni di concerti. Ho cominciato come tutti, ho trovato da solo una mia dimensione ed ora ho un seguito. Certo, bisognerebbe capire come vivono questa cosa gli artisti che cominciano adesso».

Il web ha un ruolo importante?

«Certamente è più forte ora rispetto a quando ho iniziato, ma ancora non è al livello massimo. Ultimamente ho notato con piacere che nella classifica ufficiale di iTunes compare anche qualcuno che non ha avuto un’esposizione nei media dominanti; questo è un ottimo segnale».
Apprezza questo cambiamento nella fruizione di musica?
«Sono uno che compra i cd perché sono del ‘73, però ho anche l’account iTunes. Certo, poi compro pure i vinili… diciamo che sono un caso anomalo».

Cosa cambierebbe de Il Sogno Eretico?

«Sinceramente non riesco a vedere i miei album come opere aperte, in particolare quest’ultimo. Certo, ci sono 3 o 4 pezzi che ho scritto ma ne sono rimasti fuori, perché se non mi convincono fino in fondo non entrano nell’album. Durante questi mesi ci sono stati tanti cambiamenti, ma non così radicali».
Ha dichiarato che fare quel che si ama fare non è mai una perdita di tempo. Può spiegarci questo concetto?
«La prima volta che ho parlato di questo ero in una scuola di musica e mi intristiva pensare che oggi chi ha una passione per l’arte o semplicemente per un lavoro non convenzionale venga zittito dalla società. Un libro, un dipinto, un disco: per la società sono cose inutili. Io invece credo che la cosa più difficile sia solo capire le proprie priorità».
Lei c’è riuscito?

«Sì, ho avuto la fortuna di capire cosa volevo fare davvero. Non subito, all’inizio volevo fare il fumettaro, ma non ero convinto e non trovavo tregua. Poi ho compreso che mi piaceva fare musica ed è cambiato tutto. Ognuno di noi ha un talento per qualcosa ma non è facile trovarlo e crederci. La cosa straordinaria è proprio la differenza di approccio tra le persone: rimango affascinato quando mi confronto con qualcuno che ama cose diverse dalle mie. Del resto noi viviamo grazie a queste intuizioni».
Ad esempio?

«Beh, penso a Steve Jobs che ha cambiato il nostro modo di approcciare il mondo. C’è riuscito perché ha capito che quella era la giusta dimensione per lui. Penso che oggi riesco a fare musica grazie a quanti hanno lavorato spinti dalla passione per la programmazione. Pensandoci sembra si faccia parte di una trama pazzesca».
E dopo la fine di questo tour che farà?

«Non lo so, dopo l’ultima data di un tour per me si chiude una parentesi e fatico ad aprirne un’altra. Di solito cerco di ricordare che sono Michele Salvemini e di vivere la mia vita di essere umano. E’ così che ricarico la voglia di scrivere, altrimenti scriverei solo di palchi e alberghi. Diciamo che questo è il mio periodo ammazza caffè».
Come sarà il concerto di domani sera?

«Il migliore di tutto l’Eretico Tour! E’ la terza versione dello show, con interventi teatrali, una scaletta diversa. Saremo perfetti».

Competenze

Postato il

1 Marzo 2012