Jang Senato: intervista a Davide “Titano” Gulmanelli
Il Messaggero 12.03.2011
Piccolo ma ambito. È il palco del Loop Cafè di Perugia. E la band che ci salirà stasera è di quelle che sembrano portarsi dietro il ticchettio di una bomba innescata. Basta pensare che dal 2007, anno della loro nascita, hanno vinto praticamente ogni concorso al quale hanno partecipato: Premio Fabrizio De André, Premio Lucio Battisti, Musicultura, Sanremo Rock, Primo Maggio tutto l’ anno (con conseguente esibizione sul palco di Piazza San Giovanni a Roma), Rock Targato Italia e Fi.Esta Rock.
Eppure l’esplosione vera e propria non si è ancora innescata, siete quindi in tempo per godervi un loro concerto “in intimità”, sicuri che presto saranno location ben più grandi ad ospitare i live degli Jang Senato. E’ questo il nome che hanno scelto cinque ragazzi dell’ appennino romagnolo decisi a proporre una musica leggera ma “fatta come Dio comanda”.
«Tra la nostra visione del progetto e come ci vedono gli addetti ai lavori c’è un vero abisso – spiega Davide Gulmanelli, meglio noto come “Titano”, voce della band – noi abbiamo scelto di essere indipendenti perché in passato non siamo mai riusciti a trovare dei produttori in grado di soddisfare in pieno le nostre aspettative. Così la scelta di creare un disco da soli, registrandolo in una casa di campagna senza nemmeno avere particolare esperienza tecnica. Quel che è venuto fuori crediamo sia il massimo di quel che possiamo fare in questo momento, quindi un lavoro sincero nel senso più profondo del termine».
È giusto definire “Lui ama me, lei ama te”, primo disco di qualche mese fa, è un vero distillato di “cantautorato popular”?
«Secondo gli addetti questo progetto è attualmente in un limbo. Non siamo né “indie” né “pop”, perché se da una parte manca lo spessore sonoro negli arrangiamenti e una registrazione migliore, dall’altra continuiamo ad avere riscontri impressionanti. Crediamo che questo “successo” sia dovuto al fatto che le persone danno un valore positivo a quel che stiamo facendo: è indubbio che a volte la musica dà risposte che non ti aspetti».
Al fianco già di Samuele Bersani, Simone Cristicchi e Paola Turci come gruppo spalla: storia già intensa. Era proprio il disco la componente mancante?
«L’intera nostra storia è fatta di sorprese. Basta pensare che ai primi concorsi ci siamo iscritti per semplice curiosità. Ci sembrava assurdo vincere ogni contest al quale partecipavamo, ma queste piccole conferme ci hanno dato la forza di crederci. Il progetto era particolare, già per il fatto che non ci sono molti esempi di musica d’autore fatta da una band. L’obiettivo ora è suonare il più possibile, cercando di alimentare il passaparola nei nostri confronti. Del resto siamo consapevoli che il nostro live è un gradino sopra al disco».
Pronti a irrompere nei club di tutta Italia, dal Loop di stasera in avanti?
«Credo che la sincerità premia sempre nella vita come nelle canzoni; se il brano è stato scritto sinceramente avrà presa sulla gente. Così andiamo avanti senza strategie di sorta. Questa sera a Perugia presenteremo il disco ed abbiamo grosse aspettative, anche perché dai Social Network ci stanno arrivando continuamente messaggi da gente che sarà presente al Loop. Promettiamo che sarà un concerto coi fiocchi, anche perché non suoniamo in Umbria dal lontano 2008 (fu una data alla Darsena di Castiglione del Lago, ndr) e questo è praticamente il primo concerto al chiuso in questa regione, che si trova a poche decine di minuti d’ auto da casa nostra».
Sembra che gli ingredienti ci siano tutti per far sì che anche il pubblico perugino cominci ad amare gli Jang Senato, ormai pronti a salire quella scala che conduce alla vera popolarità. In effetti assistere ad un concerto degli Jang Senato permette di apprezzare appieno la forza degli arrangiamenti, decisamente rock ma mai “rumorosi”, piuttosto che l’alto tasso teatrale della loro musica, dove l’intrattenimento col pubblico diventa parte centrale.