Intervista a Bobo Rondelli
Il Messaggero 05.03.2011
Tutto pronto. Manca solo che arrivi e salga sul palco. Ancora qualche giorno e, venerdì, al teatro Mengoni di Magione arriva il celebre cantautore Pacifico, con il suo spettacolo “Boxe a Milano”. «Uno dei maggiori pregi del teatro – spiega divertito Gino De Crescenzo, in arte Pacifico – è che lì c’è questo grande ospite che è il silenzio. E’ un elemento che spesso manca nella nostra quotidianità e che induce al raccoglimento e all’ attenzione. Infatti lo spettacolo inizia con una radio accesa che parla proprio del silenzio, visto come rifugio e riparo: un concetto che certamente si sposa bene con l’Umbria. Questa è una terra dove ancora si respira una tranquillità impossibile da trovare nelle grandi città. Peccato che finora mi è capitato raramente di suonare qui, ma in quelle occasioni sono sempre stato molto bene. Davanti al palco ho sempre trovato un pubblico particolarmente attento e preparato, cosa che senz’altro mi fa amare ancor più questa regione».
Lo spettacolo di Pacifico è un monologo che racconta la storia di Agostino Sella, un ex pugile di tenui speranze e silenziosa tenacia che a seguito di una rissa violenta perde la memoria. Questa menomazione lo rende un perfetto ascoltatore e ciò lo trasforma in una sorta di “confessionale laico” per tutti i vicini che incuriositi vanno a trovarlo: «Il pubblico spesso mi chiede se la storia sia autobiografica, ma non è così. In realtà il protagonista è una persona normale, che dopo questa sorta d’incidente si ritira dalla vita sociale; diventa così un “contenitore vuoto” e tutti i suoi conoscenti vanno da lui per raccontarsi.
C’è quindi una carrellata di personaggi che vanno a parlargli… attraverso monologhi e canzoni». Boxe a Milano rappresenta una nuova ed affascinante tappa nel sorprendente percorso artistico di Pacifico: cantautore stimato e pluripremiato, autore stabilmente richiesto dai nomi più importanti della canzone italiana (da Bersani a Celentano, da Malika Ayane alla Nannini), ha deciso ora di cimentarsi con la narrazione. «C’è una grande sincerità in questo spettacolo – spiega Pacifico – perché non sono un attore. Ho scritto un racconto e delle canzoni, ma sono “fragile” di fronte al pubblico visto che non ho fatto una scuola di teatro. Questo contatto sincero con la platea si vede e credo sia una bella cosa. Del resto sto uscendo da un’intensa fase di scrittura, dove cose che hai accumulato dentro finalmente escono fuori. E’ anche per questo che presto riprenderò a lavorare molto attraverso il web, che credo sia un mezzo fenomenale per manifestarsi e far capire veramente cosa un artista intende dire. Ad esempio il sito internet, se è ricco e curato, diventa un mezzo per il pubblico di avvicinarsi all’artista, al di là del mercato e delle manipolazioni della discografia».